E' un periodo che utilizzo tanto le parole, tanto da sentirmene sommerso, perso ed immerso. Allora faccio parlare un po' le immagini. Lavorare la memoria e l'immaginazione. Memoria fragile ed indicativa, sogni in cui hai paura di perdere il battello, spugna di angosce e paure, che come il mare assorbe tutto. Solo scie di ricordi che si intrecciano sullo sfondo del cielo.
sabato 17 gennaio 2009
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2 commenti:
mi ritrovo nelle scie come se la sedia dove sono divenisse zattera, lenta inizia a muoversi, poi sempre più veloce, nel turbinio di un presente dilatato in mille peregrinazioni istantanee...
il chi sono è anche in ciò che sono stato.
Seguendo la medesima cresta di un'onda, lo stesso volo di gabbiano e un unico sole morire innumerevoli volte al di là del bosforo, noi abbiamo scie intersecate, raggi riflessi da occhio a occhio, odori condivisi, come tessere multiple di un puzzle mai completo, esteso nella durata e tra le menti al di là della materia
Un elastico esistenziale galleggiante nel tempo.
L'amico più poetico che conosca!
Ci vediamo presto, verrò a farvi visita molto presto. Per lasciare altre scie dietro di noi, intrecciandoci e mai fermandoci.
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