giovedì 31 luglio 2008

Un epilogo

Ubeyd è un raggio di sole, uno dei tanti che danno luce ad Istanbul. Te ne accorgi perchè anche in una fredda giornata di neve, quando ci incontrammo, ti riscaldava con un sorriso. Ci conoscemmo per trovare casa assieme, entrambi per cominciare una nuova fase, io appena arrivato, lui appena laureato e nel tentativo di indipendenza. Ubeyd è cresciuto ad Istanbul, ma la sua famiglia viene come quasi tutti da un'altra parte, dal Nord-Est della Turchia, dalla regione del Mar Nero, da dove emigrarono venti anni fa in cerca di un lavoro, il padre riusci` ad aprirsi un'attività in centro, un paio di negozi con stampe d'epoca e anticate per i turisti. La famiglia nel frattempo cresce, quattro figli, due sorelle e due fratelli, i due maschi, figli minori, studiano all'Università, il fratello di Ubeyd va a Londra per un master da cui appena tornato viene spedito in Anatolia per il serivizio militare, Ubeyd invece si laurea come ingegnere industriale, e come tutti i giovani turchi punta tantissimo sull'inglese.
Le sorelle maggiori al contrario non hanno studiato alla Università, non hanno mai accettato di rinuciare al velo per studiare, non sono mai scese a compromessi. La legge turca che l` AKP ha tentato di abolire inutilmente 5 mesi fa, prevede infatti il divieto di indossare il velo e qualsiasi altro simbolo religioso negli uffici pubblici e specialmente nelle Universita`. Adesso entrambe sposate, portano avanti i valori appresi in casa, ma mai imposti dai genitori al costo di rinuciare alla propria educazione. Ubeyd pertanto è cresciuto con uno sguardo alla tradizione e alla famiglia e uno sguardo rivolto all'esterno. Ha usufruito della panoramica offertagli dalla città, della possibilità di studiare, della possibilità di viaggiare con cui si è sempre confrontato in maniera sincera ed onesta affrontandola con un sorriso.Pertanto il miglior ballerino di Istanbul, il danzatore istancabile, il fermaporta dei locali di Beyoglu ha puntato tutto su un'ottima conoscenza dell'inglese, prima tramite una vacanza-lavoro negli States e poi vivendo sempre piu` in un ambiente cosmopolita, ricco, pieno di yabangi con cui confrontarsi. Perche` Ubeyd si sente global, si confronta, si relativizza e finisce col pensare che sostanzialmente tutti i paesi si somiglino, stessi problemi, stessa shit! Da qui il desiderio di partire, di viaggiare, di lasciare la Turchia dove il distacco tra gli orizzonti attesi e quelli possibili e` troppo forte. Allora l'inglese per uscire dall'isolamento turco, per aprirsi all'esterno, per vivere in maniera cosmopolita.

Ma nella sua voglia di vivere incontra Marie, tedesca di Berlino, studentessa Erasmus ad Istanbul per un anno. La storia comincia, non con molta convinzione da parte di lei, ha un altro ragazzo e un' altra vita a Berlino, che ritroverà al suo ritorno, e lei lo sa bene. Pertanto cerca di mantenere un certo distacco, un atteggiamento formale anche nei piccoli gesti quotidiani, cosa non ben compresa da Ubeyd, queste autolimitazioni, perchè? Perchè non assecondare ciò che tutto il corpo vuole? Perchè essere così profondamente razionali, un fattore culturale, una questione di carattere? Anche per il global Ubeyd tutto cio` risulta talvolta tanto astruso da pensare che sia un problema degli europei, forse della modernità. Ma non c`e` molto tempo per capirsi, il destino d'appartenenza dei due impone la separazione, lei dovrà rivedere la famiglia, gli amici, casa.
Ubeyd deve rimanere ad Istanbul, perchè ottenere il visto per l'area Shengen sarebbe una difficile e lunga procedura, perchè terminata l'Università a 22 anni, bisogna trovare lavoro per postporre per altri due anni il servizio militare. Altrimenti la leva ad Agosto, lo porterà via per sei mesi o un anno, con una remota possibilità di finire sulle montagne nell'est a combattere contro i guerriglieri del PKK. Gli stessi che sono sostenuti da Baran e altri amici curdi, in una guerra fratricida.

Le selezioni per un buon lavoro non sono facili, ci sono almeno 4-5 prove da superare, il test della lingua inglese, il test di cultura generale, il colloquio motivazionale, un incontro di gruppo, ed infine nel caso si arrivi in fondo il colloquio con il manager di dipartimento. Una procedura che prende almeno un paio di mesi, i primi test erano già iniziati a maggio, per Ubeyd l'impossibilità di muoversi era segnata dal bisogno di fuggire il servizio militare.
Così per forza di cose i due si separano, lei ad inizio giugno torna a Berlino, lui soffre ad Istanbul convinto di essere il solo ad amarla.

Ma lo shock del ritorno, l' irrequietezza che prende quando si torna a casa, il ricordo del suo sorriso, del viaggio in elicottero sulla città come regalo di compleanno, le fanno prendere una decisione, drastica. Messa spalle al muro, nella condizione di vivere, decide di farlo alla luce del sole, tra il sorriso di chi è ottimista nel domani, tra le braccia di chi non ha mai cercato di mentire a se stesso.
Marie è tornata, possono dire apertamente che si amano, hanno preso una casa, possono provare un futuro prossimo assieme. Ubeydullah Keles sente di aver raggiunto il senso del suo modo di essere, così naturale, talvolta istintivo, sempre sincero. Una conferma delle proprie ragioni. Sull`onda di tale ottimismo riesce ad essere ancora piu` convincente nei colloqui di lavoro tanto da essere assunto dalla Garanti Bank, una delle piu` grosse aziende del paese, il servizio militare e` rimandato, l` amore e` salvo quanto basta per avere la certezza di aversi. Ora il futuro e` affare loro.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Queste storie relagano un sorriso, una stretta al cuore...fanno sognare...

"...perchè non si possono mettere limiti all'amore, e ciò che amor vuole amore osa!"

Ed è bello scorgere un pezzo di te nel modo in cui racconti di loro.
Ma la tua, di storia, è già stata "scritta"?

Ciao Ale

clickclick ha detto...

Niente che sia già stato scritto impedisce di continuare la scrittura,

"beata giovinezza che del domani non ha certezza!"