domenica 7 giugno 2009

Amore precario

L'amore delle cose non dette. L'amore delle vite intrecciate. L'amore senza perdono dei discorsi sospesi. L'amore da dimenticare, dai passati sconosciuti aspettando che il tempo arrivi. Amore concesso da persone libere che ti rendono libera. Una condizione che facilmente insegui, difficilmente proteggi, liberandoti dell'amore stesso.

Vite interconnesse che riempiono spazi vuoti lasciati da altri, approfittando anche per un poco di attimi di libertà per un amore di rapina, un amore fuggitivo, che non lascia segni apparenti colmando passeggere tristezze o mantenendo impassibili spensieratezze. L'amore da amici, come per passanti che si soffermano per un attimo incuriosito.

Relazioni che nascono poi, complicate dall'assenza di passato in un presente intangibile che dà spazio a futuri sfuggenti e indeterminati. Rapporti nati senza basi che donano incredibili energie di libertà, che dall'ansia di incontrarsi vengono rigettate verso direzioni divergenti, un amore che deve combattere oggi contro noi stessi e le possibilità della vita.

Perchè si è precari non soltanto nel lavoro, nella casa, nel futuro, ma anche o per sua conseguenza nell'amore. Un amore senza impegno, un fragile filo di lana tenuto a due dita da una semplice coincidenza del destino, dall'inconscia volontà di farlo succedere che allo stesso modo potrebbe abbandonarti. Perché se il filo viene portato via dal vento, velocemente, non esistono ragioni per le quali debba essere inseguito, per la quali valga la pena provarci al di là degli sforzi ordinari, prima che sia troppo tardi e che la distanza l'abbia disperso, ricoperto, concesso a qualcun altro. Un amore in cui non si dà tutto, ma solo quanto strettamente calcolato.

Sapendo che non si deve sbagliare, che non c'è da distogliere lo sguardo per non perdersi. Perchè si pecca di fiducia, si pecca di abbandono, sapendo che questo fa paura e quindi disimpegna. Un amore dalle situazioni difficili e complesse. Perché a partire potresti essere tu. Potresti essere tu a non crederci, assumendoti la responsabilità di non scegliere, di sacrificare qualcuno che sia diverso da te, perché credi in te stesso, nell'amore dalle sensazioni libere e portate dal vento.

Un amore non difficile da trovare, rappresentato dalla variegata quantità di passanti con cui perdersi, ma raro per le condizioni che gli rendono l'esistenza possibile, per l'ammirazione ed il rispetto che lo innalzano. Comune nel suo giramento di testa, ma raro nella sua conservazione.

L'amore dagli importanti rinvii, che post-pone ed evita scelte fatte su solida base, sulla conoscenza reciproca, ma che persegue una continua ricerca di molteplicità e non esclusività pretendendo di vivere nella sincerità.

Un amore che cerca un senso con parole vecchie e già troppo usate, un amore senza impegno che per questo perde di significato. Un amore di passaggio, non ancorato, che ci disperde e rende naufraghi del tempo che non abbiamo avuto per creare importanti memorie. Un amore reso precario dalla necessità di una continua riconferma, la cui assenza, anche una volta, basta per riaccendere la libertà di ricercare altrove nuove dimensioni. Un amore che bisogna di tempo per rafforzarsi, ma che liquidamente scivola su di noi, scaldando solamente il suo passaggio, e che continua la vita che prende volentieri il sopravvento.

L'amore che fa male perché non ha niente di sbagliato. Solo pianti inespressi, solo cinismo che uccide chi poeticamente si opponeva: sacralità che viene sacrificata lasciandoti deluso, come l'idea fissa di una città straniera in una vita lontana ed impossibile da raggiungere.
Solo cinismo che rende insensibili lo stato di cose che assumono priorità rispetto alle persone.

Un amore disilluso e drammatico, perché c'è chi cambia con il mondo e c'è chi vuole cambiare il mondo, nella rincorsa di un amore non ci si arrende o ci si adegua ad uno stato di cose, ma si combatte per cambiarlo. Un'amore impuro, perché sempre contaminato dalla possibilità di un tradimento alle sue leggi non scritte. Una generazione condannata dalle proprie scelte e dai propri tempi ad accettare il compromesso, la volubilità, la maturità formativa che distrugge vecchie certezze. Un processo che è l'altra faccia di quel divenire che ci riempie e cambia la vita che se non è sofferente non può essere gioita.

Un amore, infine, sminuito, perché per accettarlo e viverlo bisogna accettarne la durata, una collezione di rinunce e scelte, assenza di eroi e primi uomini. L'amore dissacrato dei nostri tempi, perché cinicamente osservato nella sua mortalità e nella sua fragilità non ambisce ad alcun matrimonio, ma semmai alla sua sopravvivenza. Amori per cui non si aspetta, amori a cui non si risponde. L'amore deve ripetersi che non esiste, sperare che non sia ascoltato, per essere vissuto incosciamente.

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