La processione dura nottate o giornate intere, ed ogni confradìa segue sempre lo stesso percorso, uscendo dalle chiese principali e sfilando per le principali strade, oppure infilandosi per vicoli secondari che abbisognano, per essere superati, della migliora maestrìa dei portatori. Decine di processioni che si intrecciano per la città nello stesso tempo. Le bande che seguono la processione incalzano con la musica il passo dei penitenti, ma in particolare dei portatori che sudando copiosamente fanno ballare la vergine con tutto il suo oro all'odore d'incenso tra uno scintillio di candele.
Le immagini, purtroppo, non rendono l'idea della grandezza di queste processioni. Centinaia e centinaia di persone, lunghe centinaia e centinaia di metri, che sfilano lentamente, impiegando anche una ora per attraversare una sola strada.
Un pubblico, più che di fedeli, di amanti della processione, la osserva aspettando pazientemente ore, prenotandosi un angolo di marciapiede con larghissimo anticipo, muniti del proprio sgabello aspettano, il Cristo e la Vergine.
La simbologia è molto forte, i percorsi sono prestabiliti, ed ogni corteo appartiene ad una precisa hermandad, vecchia di secoli, che scrupolosamente segue ogni anno gli stessi rituali.
Gli applausi esplodono ogni qualvolta i portatori del paso manifestano la loro devozione e la loro forza ballando con quintali di legno sulle spalle, e facendo quasi salutare con la mano la madonna ad i suoi fedeli. All'uscita dalla chiesa spesso bisogna piegarsi, inginocchiarsi, per far uscire il baldacchino altrimenti troppo alto, alla prima vista scoppiano gli applausi e anche qualche lacrima.
Pertanto l'aspettativa che si crea, l'amore ed il sentimento che viene riposto nell'attesa esplode quando la si rivede per la prima volta, dopo un anno. Emblematico è il caso della Macarena, patrona di Sevilla, reina della città, tanto bella da far piangere. L'urlo di guapa! l'accoglie all'uscita e all'entrata della chiesa, dove da un balcone cantanti di flamenco intonano strazianti litanie, saetas, dalla bellezza struggente.
Culture che convivono nelle stesse città e negli stessi spazi a volte senza incrociarsi, che sopravvivono e si ripetono, perché la festa, qualsiasi festa religiosa, è anche un motivo di aggregazione sociale, di distensione, di festa collettiva tramite la quale si ristabiliscono, rimarcano i caratteri di coesione sociale di una comunità, i valori di fondo.
Ma la stessa gente, che seguiva la trance, che piangeva fortemente alla vista della propria reina barocca, estende ed intrattiene il proprio animo anche in un'altra festa. Quelle che vengono subito dopo. Nelle ferias dove liberati e purificati si lascia spazio al profano.
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