martedì 23 dicembre 2008

Anno nuovo, propositi vecchi



di Antonio Siragusa


"I problemi della ricerca scientifica italiana e della fuga dei cervelli, di cui tanto si è parlato negli ultimi tempi, mi riguardano molto da vicino. Mio fratello, infatti, subito dopo aver terminato il dottorato in "fisica delle particelle" a Lecce, si è trasferito a Mainz, in Germania, per lavorare al programma scientifico di LHC, l' acceleratore di particelle che mira a rintracciare il "fantomatico" bosone di Higgs.


Lui è tra quelle migliaia di giovani che, formati in maniera eccellente (e a caro prezzo) dallo stato italiano, sono poi stati gentilmente "regalati" ai centri di ricerca stranieri, che li hanno accolti a braccia aperte. Lui era già da anni convinto di voler andare all'estero, non ha mai neanche valutato la possibilità di rimanere in Italia, per ragioni economiche, senza dubbio (a tutti è noto come sono pagati in Italia i ricercatori) ma anche perchè consapevole dell'importanza di un'esperienza internazionale nel suo ambito di studio, e del trattamento certamente più dignitoso che avrebbe ricevuto in qualsiasi luogo a nord-ovest (e forse anche ad est) del nostro stivale.
La scelta di partire, ciò nonostante, ha comportato dei sacrifici per lui: ad esempio, la sua ragazza è a Lecce, a migliaia di km di distanza, e credo che lui abbia dentro di il desiderio di riavvicinarsi a casa in un futuro non troppo remoto, a patto però di poter fare liberamente e adeguatamente ricerca scientifica.


Per me e per la mia famiglia, invece, la sua partenza non ha mai rappresentato un grande problema: certo, vorremmo vederlo più spesso, mia madre ogni tanto si fa qualche pianto nel vederlo in web-cam, alla sua partenza a giugno ho assistito a scene degne del più patetico dei film d'emigrazione, ma siamo abituati da tempo a ragionare in termini di Europa, non siamo tra quelli che pensano che la patria venga prima di ogni altra cosa e vada difesa a tutti i costi, o che al risuonare dell'inno italiano si mettono la mano sul cuore; anzi, pensiamo che la contemporaneità si basi essenzialmente sulla fine dei nazionalismi, sull'intercultura, e ciò è un bene perchè la dialettica tra differenti culture, società e lingue è un'occasione di arricchimento e di crescita (questo blog docet). Perciò ben venga un'esperienza lavorativa, anche lunga, all'estero. Per noi l'importante è che lui insegua i suoi sogni e si costruisca la sua vita come la immagina, tutto qui. In Italia o altrove, poco ci interessa.


Il problema, semmai, dovrebbe porselo lo Stato italiano, la classe dirigente. Ma quest'ultima, anziché fare il possibile per finanziare la ricerca e, quindi, favorire la permanenza in Italia di ragazzi come mio fratello (e l'arrivo di "cervelli" da altre nazioni, con tutti i vantaggi che ciò comporterebbe per lo sviluppo materiale del nostro paese) taglia i fondi alle università e alla ricerca, e la possibilità che mio fratello torni sembra configurarsi, ora più di prima, come un'utopia. Così continuano ad andar via coloro i quali dovrebbero costituire la spina dorsale del nostro paese, che cade sempre più nelle mani dei vecchi, degli incapaci e degli avidi, nelle mani di una casta che mira alla conservazione dei propri privilegi, all'immobilismo della società, ostacolando chi potrebbe mettere in discussione il loro potere assoluto".

3 commenti:

siracusano ha detto...

certo che quest'ultima foto potevi risparmiartela de filìì, le altre ancora ancora!! ;D
vabbè daje cerchiamo di vederci una di queste sere per un bel pokerino o un'uscita, pure con quelle latrine di domenico e pietro se ci stanno cià cià

clickclick ha detto...

la foto mi piaceva troppo e volevo metterla in qualche modo! ci incontriamo queste sere, stai sicuro...mica ho toppato troppo nelle mie interpretazioni?
statti 'bbuono

siracusano ha detto...

sì ma proprio come foto finale dovevi metterla!! almeno la inserivi come prima, in modo che poi mi apparavo man mano con quelle dove sto un pò meglio ;)
nono, sei stato preciso, anche mio fratello ha condiviso la tua analisi sociologico-psicoanalitica sugli effetti deleeteri del vivere a caiazzo sulla psiche dei giovani dai 14 ai 60 anni. ;) a parte gli scherzi, ci possiamo vedere domenica, posso dirlo anche ad attilio e tu agli altri..fammi sapè, ma forse è meglio che comunichiamo via mail o telefonicamente..i visitatori del sito saranno ben poco interessati ai nostri appuntamenti..ahah cià cià