Un libro. Il libro. E' riuscito a cambiare il modo di vedere le cose, il modo di pensare, di agire, di scegliere. Un libro, le parole, unite al coraggio hanno potuto tutto questo.
A chi ha sempre creduto che le parole nulla potevano, che tanto vale provare a dimenticare, a partire, fuggire, o peggio a non pensare, ad essere indifferenti e conviventi conviene guardare cosa è successo da due anni a questa parte, come noi campani siamo visti ora, terre conosciute solo dai loro stessi abitanti sono diventate luoghi conosciuti ai più, sulla bocca di tutti, terre che hanno cambiato l'immaginario collettivo.
Un libro, un successo grazie alla scelta dei lettori, dei cittadini avidi di sapere, di informazione. Un successo che, paradossalmente, anziché premiare proprio chi aveva scelto di restare, resistere a tutti i costi, di vedere e far vedere le cose in modo nuovo, chi ha portato il cambiamento, chi è riuscito proprio in quello che più manca, costringe a partire. Quasi una maledizione, giovani che fanno la fila per partire, e lui che aveva deciso di restare per fare qualcosa e farla con successo è condannato a partire. Non è una resa, non è un abbandono, è un diritto richiedere quello che tutti hanno già senza aver dovuto combattere per essa, una vita.
Allora da questo blog che fa del viaggio, delle scelte che determinano partenze e ritorni il suo filo conduttore parte un augurio, che sia partire per poi tornare. Che sia un viaggio pieno di piacevoli sorprese, che sia di ricarica, rinvigorente, come solo un viaggio può fare, di nuova energia, di amore e forza. Perché abbiamo ancora bisogno delle sue parole, della sua forza.
Roberto Saviano ci ha dato una lezione, esemplare, di cui tutti dovremmo seguire il richiamo.
Nel momento in cui parte, lascia l'Italia, è giusto che siano tanti, molti, ad occupare il terreno da lui spianato. Perché ha incominciato un percorso, un cambiamento e tocca a tutti continuare, fino in fondo. Un libro e l'interesse che ha suscitato ha potuto ciò, l'impegno di tutti può ancora di più. Una vita onesta e nel rispetto delle regole, non basta più, o meglio non è mai bastata, a chi si ritiene protetto e in pace grazie a ciò, gli si ricorda che poter far qualcosa qui equivale a dover fare qualcosa. Più impegno, più partecipazione, più criticità, più coscienza. Non nascondersi dietro il paravento dell'atto eroico impossibile, ma possiamo tutti fare la nostra parte. Nel caffè al bar, nel dibattito in classe, nella cena in famiglia davanti al notiziario, nell' uscita con gli amici, al posto di lavoro, nella denuncia di un sopruso, nella partecipazione ad un appalto, nello scrivere un articolo, nella scelta del candidato, nella scelta del business, nel comprare, nella raccolta differenziata, nella scelta alla felicità, si può sempre prendere una posizione, c'è sempre una posizione.
La scelta di non zittirsi, la parola che a lui vuole essere taciuta, può essere presa da noi, è ora di prendere il microfono che lui sta passando. E' ora di tenersi pronti perché per tutti verrà il momento, il momento di esplicitare e concretizzare la propria posizione, il momento di scegliere, per chi parte, chi torna, e chi è rimasto. Verrà il momento per tutti di fare la propria parte, di parlare, di alzare lo sguardo, e già se non l' aspettassimo, ma quel momento lo cercassimo noi a viso aperto, sarebbe un prendere la parola.
A chi ha sempre creduto che le parole nulla potevano, che tanto vale provare a dimenticare, a partire, fuggire, o peggio a non pensare, ad essere indifferenti e conviventi conviene guardare cosa è successo da due anni a questa parte, come noi campani siamo visti ora, terre conosciute solo dai loro stessi abitanti sono diventate luoghi conosciuti ai più, sulla bocca di tutti, terre che hanno cambiato l'immaginario collettivo.
Un libro, un successo grazie alla scelta dei lettori, dei cittadini avidi di sapere, di informazione. Un successo che, paradossalmente, anziché premiare proprio chi aveva scelto di restare, resistere a tutti i costi, di vedere e far vedere le cose in modo nuovo, chi ha portato il cambiamento, chi è riuscito proprio in quello che più manca, costringe a partire. Quasi una maledizione, giovani che fanno la fila per partire, e lui che aveva deciso di restare per fare qualcosa e farla con successo è condannato a partire. Non è una resa, non è un abbandono, è un diritto richiedere quello che tutti hanno già senza aver dovuto combattere per essa, una vita.
Allora da questo blog che fa del viaggio, delle scelte che determinano partenze e ritorni il suo filo conduttore parte un augurio, che sia partire per poi tornare. Che sia un viaggio pieno di piacevoli sorprese, che sia di ricarica, rinvigorente, come solo un viaggio può fare, di nuova energia, di amore e forza. Perché abbiamo ancora bisogno delle sue parole, della sua forza.
Roberto Saviano ci ha dato una lezione, esemplare, di cui tutti dovremmo seguire il richiamo.
Nel momento in cui parte, lascia l'Italia, è giusto che siano tanti, molti, ad occupare il terreno da lui spianato. Perché ha incominciato un percorso, un cambiamento e tocca a tutti continuare, fino in fondo. Un libro e l'interesse che ha suscitato ha potuto ciò, l'impegno di tutti può ancora di più. Una vita onesta e nel rispetto delle regole, non basta più, o meglio non è mai bastata, a chi si ritiene protetto e in pace grazie a ciò, gli si ricorda che poter far qualcosa qui equivale a dover fare qualcosa. Più impegno, più partecipazione, più criticità, più coscienza. Non nascondersi dietro il paravento dell'atto eroico impossibile, ma possiamo tutti fare la nostra parte. Nel caffè al bar, nel dibattito in classe, nella cena in famiglia davanti al notiziario, nell' uscita con gli amici, al posto di lavoro, nella denuncia di un sopruso, nella partecipazione ad un appalto, nello scrivere un articolo, nella scelta del candidato, nella scelta del business, nel comprare, nella raccolta differenziata, nella scelta alla felicità, si può sempre prendere una posizione, c'è sempre una posizione.
La scelta di non zittirsi, la parola che a lui vuole essere taciuta, può essere presa da noi, è ora di prendere il microfono che lui sta passando. E' ora di tenersi pronti perché per tutti verrà il momento, il momento di esplicitare e concretizzare la propria posizione, il momento di scegliere, per chi parte, chi torna, e chi è rimasto. Verrà il momento per tutti di fare la propria parte, di parlare, di alzare lo sguardo, e già se non l' aspettassimo, ma quel momento lo cercassimo noi a viso aperto, sarebbe un prendere la parola.
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