giovedì 13 novembre 2008

I Conti non tornano....i Baroni restano



Ecco parole sincere da chi ho avuto la fortuna di incrociare durante la propagazione dell'onda. Un altro spirito emerso, che cerca e si ritrova. Queste sono le parole di Davide, Bruno per gli amici, che scrive direttamente dal suo blog.

Nell'onda, io c'ero


di Davide Continanza


Finalmente dopo mesi ricomincio il progetto del mio blog.
Questa volta volevo scrivere del mitico movimento, questo è il mio sfogo. Spesso mi arriva una vocina in capoccia che mi dice "ma che cazzo fai, tanto lo sai che per loro non conti niente, che per loro sei un numero, che da solo non puoi cambiare nulla, che cosa pensi di ottenere da quello che fai?".

Io non sono così ottimista da pensare di cambiare il mondo, da pensare che ci possa essere un futuro per tutti. Però sarebbe un male peggiore stare fermi e non muovere un dito, senza neanche provarci, senza poter sperare di cambiare almeno un poco di quello che ti sta intorno. Spesso mi capita di pensare a lasciar perdere tutto, di mettermi a studiare e coltivare il mio orticello, senza dare fastidio a nessuno, poi però guardo i miei nipotini Giada e Daniele di 3 e 1 anno e capisco che questa lotta non è solo per me ma è anche per loro, perché magari loro non potranno avere le mie stesse possibilità, i miei stessi privilegi, ma potranno soltanto sperare di fare il soldo facile mettendosi a spigne il fumo perché l'unica prospettiva di guadagno è quella nel mio quartiere del cazzo. Io ho già visto troppi dei miei compagni delle medie e delle elementari fare questa fine, perché per loro non esiste una prospettiva diversa, ormai per loro non esiste un lavoro dignitoso, non è esistita una scuola che fosse in grado di dargli una istruzione vera o una famiglia in grado di sostenerli. Perché la povertà viene soprattutto dall'ignoranza, quella che i nostri cari partiti alimentano ogni giorno con le loro televisioni e i loro giornali, dicendoci che va tutto bene e che l'Italia non è in crisi (secondo loro siamo al riparo, che fancazzisti).

Per questo che ho deciso di scendere in piazza, con le mie paure, con le mie insicurezze, con la paura del manganello, ma anche con la speranza e la certezza di averci provato e poter dire magari ai posteri o a miei nipoti quando cresceranno "io c'ero o perlomeno ci ho provato".

p.s. (scusate la punteggiatura o cose simili ma sono una pippa a scrivere)



Nel frattempo l'onda si propaga anche all'estero. Giovani studenti ed erasmus italiani ancor più indignati perchè umiliati dal confronto con i colleghi europei, hanno deciso di battere un colpo anche se lontani da casa. Perchè la distanza talvolta acuisce il sentimento di frustrazione. Ecco cosa è successo a Parigi.

Domani, ormai tra poche ore, inizierà la grande manifestazione nazionale per chiedere l'abrogazione della legge 133. A seguire due giorni di assemblee nazionali ed incontri nel tentativo di far emergere quanto meno le linee guida per una controriforma. L'onda sale e noi cresciamo con lei.


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