giovedì 20 marzo 2008

Navi a vapore



"La diffusione delle navi a vapore e il loro utilizzo nel Mediterraneo dopo la seconda metà del XIX secolo, oltre a cambiare improvvisamente il panorama della città, accorciò la distanza tra Istanbul e i centri europei, determinando l'arrivo, per un breve periodo, di molti viaggiatori occidentali i quali scrissero di getto qualcosa sulla città formando con il materiale letterario accumulato un'idea di Istanbul sviluppata poi dagli scrittori turchi.


Dopo la fondazione delle Linee marittime e la costruzione di moli in tutti i piccoli villaggi della zona, e con il passaggio delle navi a vapore su e giù per lo stretto, in realtà cambiò non solo il panorama del Bosforo, ma anche quello di tutta Istanbul. (Ricordiamo che la parola vapur, battello, ormai entrata nella nostra lingua e nella vita quotidiana della città, deriva dalla parola francese vapeur e indica i due aspetti di questo mutamento). E non parlo solo della trasformazione dei villaggi del Bosforo e del Corno d' Oro, che si svilupparono rapidamente e cominciarono a far parte della città grazie ai battelli e alle piazze sorte intorno ai moli. (In precedenza, molti villaggi dello stretto non avevano strade).




Queste imbarcazioni, che portavano viaggiatori su e giù per il Bosforo, cominciarono ad essere conosciute in tutta la città da Kizkulesi a Santa Sofia, da Rumelihisari al ponte di Galata, e inserendosi completamente nella vita quotidiana diventarono una bandiera, un simbolo in grado di dare agli abitanti di Istanbul l'idea di vivere tutti insieme in una grande città. Per questo, proprio come la fedeltà, l'affetto, e l'attenzione particolari dei veneziani per i loro vaporetti, anche i miei concittadini si affezionarono e amarono uno dopo l'altro i battelli delle Linee marittime, pubblicando libri pieni di loro fotografie. "

Orhan Pamuk, Istanbul






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