giovedì 15 novembre 2007

Io sono tempo


Io ho riconquistato il tempo. Non un tempo qualsiasi, ma il mio tempo. Sebbene possa sembrare il contrario, il tempo non è universale, non è unico e non è immutabile. Nelle infinità dello spazio non esistono due tempi uguali e nemmeno un unico tempo.


Tempo. Einsten capì che non bastava dire "io sono qui", ma "io sono qui, adesso". Lo spazio rappresenta la dimensione sulla quale camminiamo all'interno della dimensione tempo. Per lungo tempo spazio e tempo grossomodo sono coincisi, poi è nata la modernità:

"allorché spazio e tempo vengono disgiunti tra loro e dall’esperienza di vita quotidiana, diventando in tal modo teorizzabili come categorie distinte e indipendenti di strategia e azione; allorché cessano di essere, come avvenuto nei lunghi secoli premoderni, gli aspetti interconnessi e dunque a mala pena distinguibili dell’esperienza di vita, racchiusi in uno stabile e apparentemente invulnerabile rapporto diretto (Bauman, 2000, p. XIV)".


Siamo riusciti a scindere lo spazio dal tempo, eludendo quest'ultimo, istantaneizzando le azioni, il mito della velocità è stato già superato dal mito della istantaneità, nell'idea di non poter fermare il tempo, ma solo renderlo più produttivo. La relatività non può esistere senza il tempo, e quest'ultimo non è altro che un aspetto relativo della nostra esistenza.


L’istante in cui il genere umano è riuscito a raggiungere un accordo per creare un tempo unitario accettato a livello mondiale, intendendo con “tempo unitario” quel “qualcosa che accade tra due punti”, ha dimostrato che nonostante tutte le elucubrazioni del passato, il tempo è un artificio umano creato per le nostre esigenze e per semplificarci l’esistenza (McLuhan, 1964, p. 155).



Abbiamo superato l'intangibilità della sfera temporale tramite un artificio, regolandoci con giorni, ore, minuti, secondi, frazioni unitarie di quel che succede in due momenti diversi, un modo per definire quel che succede tra un inizio e una fine, non potendo coglierne l'essenza, o meglio non potendo misurarne l'essenza. Il tempo è un artificio umano per spiegare le nostre evoluzioni, forse Dio è il tempo.


Il mio viaggio allo stesso modo, è stato definito da un inizio e una fine, il viaggio come il minuto, quel che accade tra due momenti diversi. Un processo di cui è difficile cogliere l'essenza, ma nonostante tutto ho preferito soffermarmi sul processo, sul tempo. Ho rigettato la compressione dello spazio durante il viaggio, avrei potuto velocizzare l'attraversamento spaziale tentando di annullare il tempo. Ma io mi sono ripreso il tempo, l'ho dilatato, rivissuto , non solo attraversato. Durante il viaggio le mie azioni sono coincise con il mio tempo, c'è stata coincidenza tra me e il tempo. Io sono diventato tempo. Un processo durante il quale sono diventato libero, ricco, di tempo e quindi di me.



"La velocità che è una virtù genera un vizio che è la fretta"


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