Sull'espresso di qualche tempo fa ( il 13 dicembre) è comparso un interessante articolo, "Liberiamo l' AMORE", colloquio con Jacques Attali di Maria Grazia Meda.
Jacques Attali è un economista francese che si è ritrovato a parlare di amore nel libro "Amours", dove sono riportate le sue riflessioni in tema di relazioni affettive. Attali parte da un'analisi della società odierna in cui individua un crescente senso di solitudine dovuto alla caduta di gerarchie, barriere e caste; "il prezzo che dobbiamo pagare per la formidabile opportunità legata alla libertà individuale è la solitudine", pensa da molto tempo "che assistiamo a un'evoluzione profonda della nostra società verso un'apologia della masturbazione".
Passando per un'infelice analisi della libertà individuale, "se tutto è precario - e un contratto di lavoro lo è, e così ormai anche il contratto d'amore - fare l'apologia della libertà individuale implica fare un'apologia della slealtà", si sofferma sull'aspetto più interessante che è stato l' aver sottolineato il legame puramente culturale e occidentale tra amore e possessione.
"L'amore non è possedere l'essere amato, ma fare un progetto con lui. In questo senso, se posso costruire questo legame con una persona nulla impedisce di costruirlo con più persone contemporaneamente".
Ovvero, il superamento del modello della coppia eterosessuale monogama è un futuro non troppo remoto, in quanto:
"Le varie dimensioni dell'amore non fanno più un unicum. La sessualità, la riproduzione biologica, la riproduzione sociale, l'affetto e la tenerezza erano le dimensioni dell' amore, che formavano un unicum, ma che oggi stanno esplodendo e andando in direzioni opposte".
Le cause? Globalizzazione, Web, conflitto di valori, società interconnesse, oggi è normale avere più amici, domani lo sarà avere più partner; una teoria interessante, dove avere più partner sarà indice di successo relazionale, ma dove non viene presa in considerazione la scarsità di risorse: la scarsità di tempo. Avere più amici, oggi, è una realtà, ma quanti sono quelli veramente intimi? Meno delle dita di una mano? In una condizione in cui il tempo diventa sempre di più il lusso, quanto sarebbe fattibile avere non una, ma due o tre partner ? Diventerebbero un'occupazione a tempo pieno per un rapporto così come lo intendiamo noi oggi, amore inteso come fare progetti assieme, richiede un quantità di risorse non indifferente, prima su tutte il tempo. Allora se non si vuole confondere l' amore "aperto" con le coppie aperte, le relazioni multiple sarebbero fattibili al costo di ridurne la qualità stessa, ma voi aumentereste il vostro numero di amici rinunciando a quegli insostituibili momenti di intimità con quest'ultimi?
Un'equazione, quella temporale, che non permette magie e trucchi, né tanto meno congetture su possibili relazioni multiple, a meno che non si intendano quest'ultime dislocate nel tempo, ovvero come amori nomadi, trasparenti, ma dislocati e successivi. Un fenomeno non certo nuovo, spesso(se non sempre) inteso a livello maschile, dove l'amore nomade e temporaneo è legittimato dal viaggio, una condizione frequente oggigiorno.
Jacques Attali è un economista francese che si è ritrovato a parlare di amore nel libro "Amours", dove sono riportate le sue riflessioni in tema di relazioni affettive. Attali parte da un'analisi della società odierna in cui individua un crescente senso di solitudine dovuto alla caduta di gerarchie, barriere e caste; "il prezzo che dobbiamo pagare per la formidabile opportunità legata alla libertà individuale è la solitudine", pensa da molto tempo "che assistiamo a un'evoluzione profonda della nostra società verso un'apologia della masturbazione".
Passando per un'infelice analisi della libertà individuale, "se tutto è precario - e un contratto di lavoro lo è, e così ormai anche il contratto d'amore - fare l'apologia della libertà individuale implica fare un'apologia della slealtà", si sofferma sull'aspetto più interessante che è stato l' aver sottolineato il legame puramente culturale e occidentale tra amore e possessione.
"L'amore non è possedere l'essere amato, ma fare un progetto con lui. In questo senso, se posso costruire questo legame con una persona nulla impedisce di costruirlo con più persone contemporaneamente".
Ovvero, il superamento del modello della coppia eterosessuale monogama è un futuro non troppo remoto, in quanto:
"Le varie dimensioni dell'amore non fanno più un unicum. La sessualità, la riproduzione biologica, la riproduzione sociale, l'affetto e la tenerezza erano le dimensioni dell' amore, che formavano un unicum, ma che oggi stanno esplodendo e andando in direzioni opposte".
Le cause? Globalizzazione, Web, conflitto di valori, società interconnesse, oggi è normale avere più amici, domani lo sarà avere più partner; una teoria interessante, dove avere più partner sarà indice di successo relazionale, ma dove non viene presa in considerazione la scarsità di risorse: la scarsità di tempo. Avere più amici, oggi, è una realtà, ma quanti sono quelli veramente intimi? Meno delle dita di una mano? In una condizione in cui il tempo diventa sempre di più il lusso, quanto sarebbe fattibile avere non una, ma due o tre partner ? Diventerebbero un'occupazione a tempo pieno per un rapporto così come lo intendiamo noi oggi, amore inteso come fare progetti assieme, richiede un quantità di risorse non indifferente, prima su tutte il tempo. Allora se non si vuole confondere l' amore "aperto" con le coppie aperte, le relazioni multiple sarebbero fattibili al costo di ridurne la qualità stessa, ma voi aumentereste il vostro numero di amici rinunciando a quegli insostituibili momenti di intimità con quest'ultimi?
Un'equazione, quella temporale, che non permette magie e trucchi, né tanto meno congetture su possibili relazioni multiple, a meno che non si intendano quest'ultime dislocate nel tempo, ovvero come amori nomadi, trasparenti, ma dislocati e successivi. Un fenomeno non certo nuovo, spesso(se non sempre) inteso a livello maschile, dove l'amore nomade e temporaneo è legittimato dal viaggio, una condizione frequente oggigiorno.
1 commento:
ne sto parlando nel mio post avendo estrapolato dal libro 'solo' una frase dell'intervista.
shera
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