giovedì 12 marzo 2009

Irrefrenabile partenza


Arriva un momento che è allo stesso tempo malinconico ed eccitante. Arriva un momento di fine ed inizio, il momento di lasciare molti per arrivare a qualcos'altro.

Arriva un momento, o meglio noi arriviamo a tale punto, in cui non si può più andare avanti ad occhi bassi camminando nella certezza del quotidiano, nel conosciuto passaggio della linea.

Arriva un momento in cui la stanza si svuota molto più velocemente di quanto si sia riempita. Arriva un momento in cui pensi quanto sia diventata ingombrante tutta la roba che porti con te, arriva un momento che ti dice che tutto quello di cui hai bisogno lo puoi ritrovare dentro di te, nelle tue mani e nella tua conoscenza.

Arriva un momento in cui il proprio lavoro, o meglio il modo prevalente di impiego del nostro tempo, che noi utilizziamo come mezzo per un raggiungere un nostro fine, termina. Perché terminato il lavoro, con esso termina il tempo a sua disposizione.

Arriva un momento di impazienza verso il proprio presente, in cui ieri è già passato e si è timorosi del proprio futuro. Arriva un momento di ansia e fibrillazione, un momento di scelte, dove bisogna dare il via ad una nuova ricerca.

Arriva il momento in cui finisce una fase, si chiude un percorso, si mette un punto ad un capitolo lungamente scritto e vissuto.

Arriva un momento in cui affrontiamo il bianco di una pagina, e il pugno per scriverla.

L'inchiostro di una nuova storia non può che essere fornito da una nuova partenza ed un nuovo arrivo. E' una necessità fisiologica.
Per rincorrere un amore, per scoprire una vita. La reazione più naturale quando arrivano certi momenti non poteva che essere partire. Un nuovo approdo per saziare il senso di liberazione, la risposta ad una domanda che quasi non si è posta: innaturale sarebbe stato il contrario, non muoversi, aspettare che la vita facesse il proprio corso, qui. La concretizzazione delle idee ha bisogno ancora una volta di far scegliere tutto, ma da un'altra parte.

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