Il progetto editoriale che ho in mente è un racconto che abbia come soggetto i miei ospiti.
Perfetti sconosciuti se non per un nickname, una e-mail, ragazzi e ragazze di passaggio, ospiti a casa mia. Persone normalissime in apparenza, ma che godono dello status di viaggiatori e ospiti. Voglio raccontare le loro storie, che sono anche le nostre, di una generazione che sta vivendo l'apice del low cost, figlia della globalizzazione e creatrice di una cultura internazionale. Partecipiamo alla nascita di nuovi valori, li stiamo riscoprendo e mettendo in comune. Vivere e raccontare una generazione che rappresenta la nuova frontiera dell'identità globale, basata non solo su rispetto e tolleranza, ma sull'apertura: la fiducia reciproca. Un mondo e una città, Roma, sempre più aperti , inevitabilmente. L'altra faccia del processo di globalizzazione.
Perfetti sconosciuti se non per un nickname, una e-mail, ragazzi e ragazze di passaggio, ospiti a casa mia. Persone normalissime in apparenza, ma che godono dello status di viaggiatori e ospiti. Voglio raccontare le loro storie, che sono anche le nostre, di una generazione che sta vivendo l'apice del low cost, figlia della globalizzazione e creatrice di una cultura internazionale. Partecipiamo alla nascita di nuovi valori, li stiamo riscoprendo e mettendo in comune. Vivere e raccontare una generazione che rappresenta la nuova frontiera dell'identità globale, basata non solo su rispetto e tolleranza, ma sull'apertura: la fiducia reciproca. Un mondo e una città, Roma, sempre più aperti , inevitabilmente. L'altra faccia del processo di globalizzazione.
6 commenti:
penso che si possano imparare un sacco di cose da un progetto del genere e che se questa formula della "fiducia reciproca" che poi porta ad un sacco di belle esperienze funziona tutti vivremo un po' meglio:)
Ottima idea! Giacomo (Istituto di Cultura di NY, ricordi?)
Per quel che mi rigurada, l'esperienza che ho costantemente ospitando o semplicememnte incontrando persone provenienti da altri paesi ma anche dietro l'angolo della mia stessa Roma arricchiscono enormemente il proprio bagaglio cultura personale nella quale ognuno di noi si rispecchia. Una sola obiezione, non siamo una generazione di viaggiatori nati dal low cost, bensi' da un modo di pensare il viaggio piu' come entrare nella cultura e vita quotidianandi un altro paese passando prorpio per le case di un "indigeno" che ci apre le porte di casa in amicizia, cordialita' aprendoci il cuore e la mente a squarci di una realta' chiusa al normale turista.
In una società basata sulla cultura della paura e sulla diffidenza verso il tuo prossimo, viaggiare surfando sui divani richiedere di avere fiducia incondizionata nelle persone. Non è solo un modo di viaggiare low cost: è uno stile di vita molto più rivoluzionario di quanto si possa pensare.
Gennarinparsifall
PS: alessà.. si gruoss ;)
Ragazzi avete perfettamente ragione, Hc non nasce dal low cost ma da un'idea molto più alta e da una visione del mondo molto più allargata. Penso che il low cost sia un fattore che lo auto-alimenti e talvolta fa sì che si svrappongano la low cost generation e la HcGeneration
Secondo me se non esistesse il concetto di "viaggi low cost" molte cose avrebbero dei prezzi proibitivi, almeno per me!I voli a due lire,le offerte dei treni,i viaggi di notte in nave, sono tutti metodi utili ed ingengosi per spostarsi, conoscere e assaporare le mille facce di questo mondo:)
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